Ieri
pomeriggio non c’era solo l’emergenza acqua. Ogni tanto qualcuno sta male.
Vista la persistenza di vomito e diarrea, cui si è aggiunta la febbre, ho
deciso di portare in ospedale, per eventuale ricovero, una bimba di 9 mesi, 6
Kg. Si organizza il viaggio con l’infermiera Cathrine e con la house-mother
Terejina, che farà compagnia alla bimba. Partiamo alle18 con buste varie piene d’indumenti
e farmaci HIV; per strada ci fermiamo per acquistare i Pampers. Siamo diretti a
Kirua, circa 25 km da qui, dove c’è un ospedale tenuto dalle suore di S.
Teresa. Quando è buio (siamo all’equatore, fa sempre buio alla stessa ora) è
un’impresa andare in auto qui. Si cammina “regolarmente” con gli abbaglianti, i
sorpassi azzardati non si contano. E, poi, questi maledetti bamps (dossi di
rallentamento) non segnalati… Entriamo in ospedale e ci dirigiamo alla cassa.
Si pagano 2 euro per la visita. L’assicurazione stipulata per i bimbi copre
solo il ricovero. Ci sediamo, in attesa che il medico, impegnato in altra
prestazione, ci chiami. Il che avviene dopo circa mezzora o più. Tutti gli
ambulatori e le altre stanze con vari servizi sono forniti di computers. Il
dialogo tra Cathrine e la dottoressa è in lingua locale, ma assisto interessato.
Lei richiede alcuni esami del sangue. Usciamo e ci dirigiamo alla cassa: 3 euro
per emocromo e test malaria. Fatto il prelievo, aspettiamo il risultato e
torniamo in ambulatorio. Do un’occhiata agli esami: leucocitosi neutrofila,
test malaria negativo. C’è un’infezione in atto, la dottoressa conferma, decide
per il ricovero, compila la cartella, prende la vena con ago-cannula alla
bimba. Prima di andare al letto del reparto si passa dalla medicheria, dove
viene integrata la cartella da parte di un’infermiera (credo) e vengono
consegnati degli indumenti – divise per la bimba e per la house-mother. Dopo il
cambio si va nel reparto per la sistemazione al letto. Vedo 7-8 letti occupati
da donne con un bimbo a fianco. Viene eseguita subito terapia in vena.
Salutiamo e andiamo via. Sono le 21. Speriamo di non essere abbagliati per
strada.
Le
foto sono tratte da una gita al Samburu Park
Nchiru
28/08/2012 Nicola Samà nicsam50@libero.it
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