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martedì 25 settembre 2012

Estrazione dell'otto (ottavo...)


L’arrivo di Tommaso, ormai il dentista per definizione, è stato salutato con entusiasmo qui al villaggio. Sulla poltrona dello “Studio di Mena” si stanno succedendo, da lunedì fino a venerdì, al mattino i pazienti esterni prenotati, al pomeriggio i nostri bambini. Il suo ingresso nel gruppo di operatori volontari risale all’anno scorso, dopo un contatto casuale con l’associazione, cui ha risposto con interesse ed entusiasmo. Poi, a Febbraio di quest’anno aveva partecipato attivamente all’acquisto della poltrona, avvenuto in seguito alla donazione di Pino, marito di Mena, dentista di Roma deceduta in giovane età. A Maggio con un altro collega, Davide, aveva partecipato al Madical Camp a Nchiru, un’iniziativa che il Ministero della Salute organizza ogni anno invitando diversi specialisti a operare sul campo. In un’aula di scuola hanno fatto un’esperienza surreale, visitando circa 200 persone, senza avere una poltrona da dentista e limitandosi solo alle estrazioni (“Odontoiatria d’urgenza”). Comunque, è stato un successo, con interviste anche sulla TV nazionale e una lettera di ringraziamento ufficiale dal Ministero all’Aina. Ora Tommaso è venuto da solo, lo aiuta la moglie Flaminia nella preparazione degli strumenti, ma il vero assistente sono io (ho portato anche la musica nello studio…). In verità, ho delle reminiscenze specialistiche: nella mia prima esperienza di medico condotto nella valle seriana bergamasca era ospite in casa mia un amico dentista, siciliano d’origine, (Oreste Di Giovanni – Ceramiche, un personaggio!), che ogni tanto aiutavo volentieri nella sua attività. La situazione dentale di queste persone ve la lascio immaginare, non essendoci né preparazione igienica adeguata né facilità di accesso agli specialisti della zona. La maggior parte dei pazienti presenta delle alterazioni tali che l’unica soluzione rimane l’estrazione. La cura canalare e altre prestazioni più complesse attualmente non si possono fare per mancanza di strumentazione (radiografie e altro), ma con l’aiuto dei nostri sostenitori e di qualche altro specialista volontario, riusciremo ad attrezzare lo studio. Inoltre, nelle situazioni d’immunodepressione, come sono i nostri bambini, è normale che la prima cosa da fare sia eliminare qualsiasi possibile fonte d’infezione. Notevole è la sopportazione del dolore da parte di queste persone, tra gli esterni solo qualche bimba si è fatta prendere dal panico scappandosene via. I nostri, in genere, appaiono più tranquilli. Insomma, ancora tre giorni di attesa per l’estrazione finale di venerdì.





 Foto di Attilio Ulisse

Nchiru 25/09/2012       Nicola Samà        nicsam50@libero.it

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