Durante la messa, a un certo
punto, dopo la Comunione, un gruppo di undici suore si è alzato dai primi
banchi al centro e si è avviato in fondo alla chiesa. Indossato un pareo di
stoffa locale, ma con l’immagine di don Orione, al ritmo della musica, per noi
ormai consueta, si sono avviate danzando verso l’altare. Tra di esse la nostra infermiera
sister M. Alice in coppia con la sorella M. Selina, entrambe con una ghirlanda
floreale al collo. Non so quanto ciò possa apparire folkloristico, ma vi
assicuro che è stato un gesto di grande effetto. Questa è stata la festa
organizzata ieri dalle due sorelle per celebrare, nella chiesa del paese di
nascita, Mbwiru Village, il loro “voto perpetuo”. Siamo partiti in sei dal
nostro villaggio (tre uomini della shamba e l’infermiera), in rappresentanza di
tutto il personale e anche dei bambini, per assicurare la nostra presenza in
questa festosa occasione. Pur partendo in ritardo (circa due ore di viaggio),
abbiamo atteso per quasi un’ora davanti alla chiesa l’arrivo delle suore, a
piedi dalla propria dimora, circondate da una folla festante. C’erano le suore
di Karen e quelle di Laare, che ormai conosco bene. La chiesa gremita, il coro –
corpo di ballo al suo posto. Ci siamo sistemati sulla fila di destra dietro i
familiari. Non essendo io molto tecnologico, al terzo scatto fotografico la
fotocamera si è addormentata per “batteria scarica”. Mi capita a volte, per
distrazione. Il fotografo Attilio oggi era assente. Ma non temete, vi
documenterò l’evento con le immagini prestate da sister Alberta (lei non ha
partecipato alla danza, non essendo di colore). La messa, si può immaginare, è
stata di una lunghezza straordinaria, comprendendo, oltre l’interminabile
sermone del celebrante, tutte le altre manifestazioni collaterali, previste nel
programma e presentate dal prete locale. Così, abbiamo ascoltato il discorso
del chairman della parrocchia, quindi assistito alla presentazione personale
dall’altare di ognuna delle suore invitate, poi di tutti i familiari (quattro fratelli
e due cognate). Dalla sister Alice siamo stati chiamati per la presentazione
anche Cathrine ed io, come rappresentanti della clinica in cui insieme operiamo.
Mi è toccato dire due parole in lingua italiana. Infine, una specie di
cerimoniere ha invitato a gruppi le persone per presentare alle due sisters doni
e offerte in denaro (una delle cognate distribuiva tra i banchi delle buste all’uopo).
La prima a giungere all’altare per il sacrificio, una capra. Ultimi, credo, noi
dell’Aina, con musica, canto e balletto annesso. Terminata la parte spirituale
dell’evento, ci siamo avviati a piedi verso il vicino vasto cortile di una
scuola per consumare, seduti all’ombra di un grande gazebo, il lunch – merenda (erano
circa le quattro). Riso, fagioli, con e senza carne, bibite e acqua. Degna conclusione
del pasto, una torta gustosa. Un po’ distante dal gazebo, un folto numero di
persone e bambini ha atteso pazientemente il proprio turno per ricevere una
porzione di cibo e sweet. Ultima tappa prima del ritorno, una visita all’abitazione
della famiglia delle due sorelle festeggiate. Siamo rientrati che era buio.
Spero che qualcuno, in quest’atmosfera di festa, abbia rivolto il pensiero al
significato di quest’apprezzabile “voto perpetuo” di due donne che,
abbracciando la Congregazione di don Orione, dedicano la propria vita agli
altri.
Nchiru 30/09/2012 Nicola Samà nicsam50@libero.it