Mentre
i lavori per la costruzione della scuola procedono alacremente, con i numerosi
dinamici operai a disposizione del costruttore, l’anno scolastico ufficiale del
Paese inizia con uno sciopero degli insegnanti a oltranza. Come vedete, tutto
il mondo è paese. Credo che le rivendicazioni siano di natura economica. Noi,
però, abbiamo due insegnanti prestate alla scuola pubblica, Beth Gracheri e
Ruffinah Kanyua, e a loro è stato chiesto di venire al villaggio a fare lezione
ai nostri ragazzi. Per inciso, io continuo a scrivere al maschile, ma tenete
conto che i maschi sono pochissimi, in maggioranza sono tutte gonnelle. Per
queste lezioni straordinarie vengono utilizzati provvisoriamente i locali del
dormitorio: tre classi, circa 30 ragazzi, sono nel locale normalmente adibito allo
studio, i più grandi stanno nell’androne. Stamane sono entrato durante la
lezione d’inglese nello studio. I ragazzi erano disposti in tre gruppi attorno
ai banchi, nell’intento di eseguire un compito scritto sulla lavagna.
L’ingresso degli estranei, per quanto consentito e gradito, provoca sempre
vivacità nei ragazzi. Comunque, mi sono seduto in un angolo, cercando di
seguire senza disturbare. Ci sono sempre gli studenti modello che scrivono
imperturbabili, ci sono quelli che il gioco non lo dimenticano mai. Ogni tanto
qualcuno si alzava per far vedere il compito alla maestra, qualcuno mostrava a
me il quaderno. Attilio, il nostro
volontario che si diletta in fotografia, non ha perso l’occasione di ritrarre i
ragazzi nel loro ambiente scolastico. Il suono della campanella ha interrotto
la lezione e tutti di corsa verso il refettorio per la merenda di metà mattina.
In generale, le pagelle dei ragazzi finora hanno mostrato un livello medio -
basso in molti, che speriamo possano riprendersi quando da Gennaio inizieranno
a frequentare la nostra scuola privata. Questo, infatti, è l’obiettivo
dell’Associazione, che proprio nell’insegnamento punta ad avere quel salto di
qualità che dovrà caratterizzare la nostra comunità. Curare il corpo, ferito
senza colpa dall’HIV, ma anche la mente che dovrà costruire e sostenere il
futuro di questi ragazzi.
Foto
di Attilio Ulisse
Nchiru
06/09/2012 Nicola
Samà nicsam50@libero.it
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