Alle
quattro del pomeriggio, finite le lezioni, i ragazzi prendono bottiglie di
plastica e piccole taniche e si recano al vicino fiumicello a prendere acqua.
Devono innaffiare le piante? No, devono innaffiare il pavimento sterrato
dell’aula. Questo perché la scuola pubblica, almeno qui, non si può permettere
le mattonelle sul pavimento. Così, l’innaffiatura pomeridiana impedisce di
trovare polvere al mattino seguente. I nostri ragazzi normalmente escono dal
villaggio alle 6,15 del mattino e, attraversando a piedi un bosco, terreni
coltivati e un ruscello (qualcuno ogni tanto ci cade dentro), si dirigono alla
scuola situata a circa 2 km di distanza. Provate a immaginare se ci vogliono
scarpe robuste e calosce, soprattutto nella stagione delle piogge. Tornano per
il pranzo e subito di nuovo a scuola. Gli insegnanti risulta che non sono
sempre puntuali, si sa, è una scuola pubblica… Non so a chi attribuire lo
scarso successo scolastico di parte dei nostri ragazzi, credo che ci sia sempre
una componente individuale (intelligenza, impegno) e una strutturale della
scuola e degli insegnanti. Per questo la nostra Associazione si è posto fin
dall’inizio l’obiettivo di costruire una scuola privata, aperta anche agli
esterni. Ciò dovrebbe garantire sicuramente una migliore qualità, sia
predisponendo una struttura muraria decente e degna dello scopo, sia mediante
la selezione e il controllo degli insegnanti. Potremo, dunque, dire: ”Scuola
non bagnata, scuola fortunata?”
Foto di Attilio Ulisse
Nchiru
07/09/2012 Nicola Samà nicsam50@libero.it
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