Con questa lettura, che è
d’obbligo riportare, anche per rinfrescare la memoria di tutti noi, inizia un
incontro familiare tradizionale, in cui un uomo, accompagnato dai suoi parenti
o sostituti, chiede in sposa una donna ai genitori, nella loro abitazione e in
presenza di tutta la parentela. In realtà, l’incontro consiste in una
trattativa tra due rappresentanti delle rispettive famiglie, alla presenza di
tutti i parenti. Seduti, dunque, all’ombra di una tenda, la riunione inizia con
la preghiera recitata da una donna che, subito dopo, legge questo passo della
Bibbia, dinanzi a un uditorio composto e attento:
PRIMA LETTERA DI SAN
PAOLO AI CORINZI
(Inno
all’Amore)
Se anche
parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore,
sarei come un
bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi
il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza,
e possedessi
la pienezza della fede così da trasportare le montagne,
ma non avessi
l'amore, non sarei nulla.
E se anche
distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo
per esser bruciato, ma non avessi
l'amore, niente mi gioverebbe.
L'amore è
paziente, è benigno l'amore; non è invidioso l'amore,
non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il
suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
non gode
dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre,
tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L'amore non
avrà mai fine.
Le profezie
scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
La nostra
conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
Ma quando
verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
Quand'ero
bambino, parlavo da bambino,
pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Ma, divenuto
uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato.
Ora vediamo
come in uno specchio, in maniera confusa,
ma allora vedremo faccia a faccia.
Ora conosco
in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente,
come anch'io sono conosciuto.
Queste, dunque,
le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e l'amore;
ma di tutte
più grande è l'AMORE!
Finita la lettura, si passa alle
presentazioni: ognuno si alza, dice il proprio nome, l’appartenenza o la provenienza
e qualche frase d’augurio. L’ultimo sono io, riesco pure a presentarmi in
inglese (uauh!). Segue il pranzo, a self service, ognuno seduto sul divano con
il suo piatto in mano, bevande non alcoliche. Qui in Kenya, infatti, non si
mangia a tavola. C’è un sottofondo musicale, a cura di tre ragazzi con un
lettore cd e due altoparlanti. Sotto la tenda avvengono i primi discorsi, da
una parte e dall’altra, con emozione evidente del promesso. Soddisfatto l’appetito,
una ventina di persone, che includono il promesso con i suoi e i genitori di
lei con alcuni parenti, si trasferiscono in casa, diciamo al tavolo della
trattativa. Sì, perché tale è quest’incontro. Il rappresentante della parte
femminile, con foglietto in mano, comincia a esporre otto punti di richiesta:
riguardano capre, mucche, coperte, indumenti, abito per il padre, miele. Per
ogni articolo viene dato un prezzo. Totale XXX. In pratica, i genitori chiedono
per la figlia questa somma. Prende la sua agendina il rappresentante maschile e
comincia, punto per punto, a contestare i prezzi su esposti, cercando,
comunque, di addivenire a un compromesso. La trattativa si rivela estenuante,
anche per il caldo soffocante che c’è nella stanza piccola e affollata. Si
aggiunge qualche intervento dalle due parti, di più dalla nostra, con qualche
battuta sdrammatizzante. I genitori di lei, impassibili, si scambiano sguardi
d’intesa con il loro rappresentante. Terminata la relazione, la parte femminile
si allontana dalla stanza, per permettere ai richiedenti di definire in privato
le ultime risoluzioni. Alla fine, al loro rientro, si raggiunge un accordo: la
somma riveduta è circa XX. Una parte del denaro viene consegnata al momento, il
resto in seguito. La stretta di mano tra i due rappresentanti chiude
ufficialmente la trattativa. Si passa, quindi, a brindare con birra e
coca-cola. I discorsi dei protagonisti chiudono la seduta e praticamente la
giornata. Uscendo dalla stanza mi congratulo con il “nostro” rappresentante e
vado a riferire la “vittoria” alla promessa. Da questo momento i due fidanzati sono
autorizzati anche a convivere, in attesa della cerimonia nuziale, in data da
stabilire. Scambi di doni, saluti e abbracci tra tutti i convenuti,
visibilmente soddisfatti, poi tutti a casa. Questa è la cronaca della domanda
di matrimonio di Marek ai genitori della sua fidanzata Jadline. Avviene così in
Africa, con variazioni nelle numerose tribù. E’ chiaro che la particolarità di
questo evento consiste nel fatto che il promesso, europeo, non aveva nessuno
dei familiari al seguito, sostituiti a dovere da un gruppo di amici. Tutto è
bene quello che finisce bene. Appuntamento a Settembre?
Igoji, 16/03/2013 Nicola Samà nicsam50@libero.it
1 commento:
TRATTATIVA DIVERTENTE... SOPRATTUTTO SE I FIDANZATINI SONO INNAMORATI!
Monia
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