Translate

domenica 17 marzo 2013

Domanda di matrimonio

Con questa lettura, che è d’obbligo riportare, anche per rinfrescare la memoria di tutti noi, inizia un incontro familiare tradizionale, in cui un uomo, accompagnato dai suoi parenti o sostituti, chiede in sposa una donna ai genitori, nella loro abitazione e in presenza di tutta la parentela. In realtà, l’incontro consiste in una trattativa tra due rappresentanti delle rispettive famiglie, alla presenza di tutti i parenti. Seduti, dunque, all’ombra di una tenda, la riunione inizia con la preghiera recitata da una donna che, subito dopo, legge questo passo della Bibbia, dinanzi a un uditorio composto e attento:                  
PRIMA LETTERA DI SAN PAOLO AI CORINZI
(Inno all’Amore)
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore,
sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza,
e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,
ma non avessi l'amore, non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo
 per esser bruciato, ma non avessi l'amore, niente mi gioverebbe.
L'amore è paziente, è benigno l'amore; non è invidioso l'amore,
non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L'amore non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
Quand'ero bambino, parlavo da bambino, 
pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato.
Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa, 
ma allora vedremo faccia a faccia.
Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente,
 come anch'io sono conosciuto.
Queste, dunque, le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e l'amore;
ma di tutte più grande è l'AMORE!

Finita la lettura, si passa alle presentazioni: ognuno si alza, dice il proprio nome, l’appartenenza o la provenienza e qualche frase d’augurio. L’ultimo sono io, riesco pure a presentarmi in inglese (uauh!). Segue il pranzo, a self service, ognuno seduto sul divano con il suo piatto in mano, bevande non alcoliche. Qui in Kenya, infatti, non si mangia a tavola. C’è un sottofondo musicale, a cura di tre ragazzi con un lettore cd e due altoparlanti. Sotto la tenda avvengono i primi discorsi, da una parte e dall’altra, con emozione evidente del promesso. Soddisfatto l’appetito, una ventina di persone, che includono il promesso con i suoi e i genitori di lei con alcuni parenti, si trasferiscono in casa, diciamo al tavolo della trattativa. Sì, perché tale è quest’incontro. Il rappresentante della parte femminile, con foglietto in mano, comincia a esporre otto punti di richiesta: riguardano capre, mucche, coperte, indumenti, abito per il padre, miele. Per ogni articolo viene dato un prezzo. Totale XXX. In pratica, i genitori chiedono per la figlia questa somma. Prende la sua agendina il rappresentante maschile e comincia, punto per punto, a contestare i prezzi su esposti, cercando, comunque, di addivenire a un compromesso. La trattativa si rivela estenuante, anche per il caldo soffocante che c’è nella stanza piccola e affollata. Si aggiunge qualche intervento dalle due parti, di più dalla nostra, con qualche battuta sdrammatizzante. I genitori di lei, impassibili, si scambiano sguardi d’intesa con il loro rappresentante. Terminata la relazione, la parte femminile si allontana dalla stanza, per permettere ai richiedenti di definire in privato le ultime risoluzioni. Alla fine, al loro rientro, si raggiunge un accordo: la somma riveduta è circa XX. Una parte del denaro viene consegnata al momento, il resto in seguito. La stretta di mano tra i due rappresentanti chiude ufficialmente la trattativa. Si passa, quindi, a brindare con birra e coca-cola. I discorsi dei protagonisti chiudono la seduta e praticamente la giornata. Uscendo dalla stanza mi congratulo con il “nostro” rappresentante e vado a riferire la “vittoria” alla promessa. Da questo momento i due fidanzati sono autorizzati anche a convivere, in attesa della cerimonia nuziale, in data da stabilire. Scambi di doni, saluti e abbracci tra tutti i convenuti, visibilmente soddisfatti, poi tutti a casa. Questa è la cronaca della domanda di matrimonio di Marek ai genitori della sua fidanzata Jadline. Avviene così in Africa, con variazioni nelle numerose tribù. E’ chiaro che la particolarità di questo evento consiste nel fatto che il promesso, europeo, non aveva nessuno dei familiari al seguito, sostituiti a dovere da un gruppo di amici. Tutto è bene quello che finisce bene. Appuntamento a Settembre?











    Igoji, 16/03/2013                Nicola Samà                 nicsam50@libero.it           

1 commento:

Monia ha detto...

TRATTATIVA DIVERTENTE... SOPRATTUTTO SE I FIDANZATINI SONO INNAMORATI!
Monia