La domenica mattina verso le
dieci tutti i bambini, tranne i piccolissimi e gli eventuali malati, varcano il
cancello e si avviano per la strada indossando gli “abiti della festa”. Essendo
in maggioranza ragazze, si nota l’abbigliamento decisamente femminile, diverso
da quello consueto che portano durante la settimana, a parte la divisa
scolastica.
La passeggiata di circa un
chilometro porta alla chiesa di S. Rita, dove padre Francis o, a volte, padre
Benedict, celebra la messa della comunità parrocchiale. Alcune delle ragazze
formano un gruppo corale e si dispongono intorno all’altare, accompagnando con
la danza i canti. La messa domenicale è molto frequentata dal popolo di Nchiru
e tutti partecipano con tipici canti e danze. Ci vado volentieri perché m’interessa
partecipare agli eventi locali e mi piace farmi prendere per mano dai bambini
durante il percorso. Però, devo confessare che la cerimonia, nonostante i canti
gradevoli all’ascolto, è lunga e stancante, oltre che incomprensibile (tutta in
swahili!), per cui a volte esco verso la metà e aspetto fuori. Qualche volta
m’è capitato di tenere in braccio una bimba sonnolenta. Questa messa, dunque, è
l’occasione in cui i nostri bambini manifestano la loro partecipazione alla
vita della comunità di Nchiru. Dopo l’apertura della nostra scuola padre
Francis ha preso un’interessante iniziativa e ha cominciato a venire a
celebrare la messa davanti alle aule.
S’è inventata la messa del lunedì. E’ tutta un’altra cosa. Libro della
Bibbia in mano, ognuno dei ragazzi partecipa leggendo secondo i suggerimenti
del parroco.
E’ una messa ad hoc per
questo popolo di studenti. Leggere ad alta voce in inglese passi della Bibbia,
incluso il Vangelo, serve loro per la conoscenza del contenuto, ma è anche un
modo per imparare la lingua. Pure la predica non è che un messaggio dedicato ai
ragazzi. Comunque la pensino i lettori, leggere e conoscere la Bibbia, anche
per un ragazzo, è un atto apprezzabile: la conoscenza non fa male a nessuno. Da
noi in Italia non usa, mi pare. Ricordo, però, con particolare piacere, che da
ragazzina mia figlia mi stupì chiedendomi una copia del Vangelo; chissà se ce l’ha
ancora. I canti, come in chiesa, sono accompagnati dal suono della pianola parrocchiale.
Padre Francis, in uno scambio di battute mentre andava via, ha suggerito
l’acquisto di una pianola e l’incremento dell’educazione musicale, includendo
canto e strumenti. A questo, per la verità, si era già pensato, in riferimento
allo sviluppo delle attività para-scolastiche. Non so se tale attività sia
prevista nei programmi scolastici, ma è sicuramente un suggerimento per i
volontari.
Nchiru, lunedì 25/02/2013
Nicola Samà
nicsam50@libero.it
1 commento:
Caro papà, non ricordo con esattezza il momento in cui ti chiesi una copia del Vangelo, ma ricordo benissimo il momento in cui me la regalasti. Ricordo, anche, che cominciai a leggerla subito incuriosita dai racconti della vita e della predicazione di Gesù. La copia, ovviamente, ancora la conservo con amore, come conservo tutti i doni da te ricevuti in altre occasioni. Avrei voluto riportare qui la dedica che mi scrivesti in quella circostanza, ma purtroppo, a causa del trasloco, momentaneamente il libro non si trova in casa; non appena lo ritroverò la riporterò volentieri qui per ricordarla anche a te.
Irene
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